Riscontro con vivo rammarico come alcuni personaggi utilizzino fatti drammatici
di cronaca per rubare la scena su qualche quotidiano. Mi riferisco al presidente
di Confesercenti che ha utilizzato la stampa, sulla vicenda Aligroup, per fare demagogia
alle spalle di gente che soffre, mostrando di non conoscere i fatti, accusando
la mia organizzazione di categoria, i sindacati, la politica. Agli inizi di ottobre abbiamo
organizzato una conferenza stampa a livello regionale a Catania con il vice
presidente nazionale Pietro Agen, spiegando la dinamica della crisi «Aligroup» e
sottolineando le ambiguità che nel frattempo erano emerse. Il 18 ottobre i sindacati
hanno portato la loro testimonianza al prefetto Franceschelli, dove ho avuto
il piacere dare il mio contributo. Sulla perdita di circa 200 posti di lavoro, più l`indotto,
ci impegnamo ormai da mesi, cercando soluzioni possibili. La richiesta di far
intervenire i sindacati a livello nazionale vecchia, solo il presidente di Confesercenti
non ne era a conoscenza e rilancia soluzioni superate dai fatti, forse anche perché
la sua associazione non ha mai partecipato allo sciopero dei lavoratori.
Il nostro
dissenso nei confronti della nascita dei centri commerciali è sempre stato chiaro
e motivato, non ultimo per il centro commerciale che sarebbe dovuto nascere
a Carlentini, dove non ricordo la presenza di Confesercenti né la posizione ufficiale.
Non spetta a me difendere i politici e i sindacati, questi ultimi, mai convocati nelle
conferenze di servizio, mentre il presidente della Provincia, Nicola Bono ha
espresso sempre parere negativo in tutte le richieste di nuovi centri.
Questi attacchi
ingiustificati verso tutto e tutti, solo per apparire, non fanno bene a lavoratori,
aziende, territorio e alle associazioni di categoria che, se svolgessero diligentemente
il proprio mandato, potrebbero dare un grande contributo alla crescita.
Sono obbligato, dalla mia condizione etico-morale, a chiudere ogni rapporto di collaborazione
con chi in più circostante ha palesato la volontà scientifica di delegittimare
la mia organizzazione e il lavoro che sta sviluppando nel territorio, fermo
restando che sono sempre benaccetti i chiarimenti, le giustificazioni e le scuse.