Sono numerosi i fattori che concorrono
a determinare l`attuale
momento di grave crisi economica
che ha portato al blocco dei consumi.
Un fenomeno già ampiamente denunciato
e che se prima aveva interessato
prevalentemente beni non di prima
necessità, ora si è esteso stravolgendo
gli equilibri anche di quei comparti
che in qualche modo avevano
retto proprio in virtù della loro indispensabilità,
come i generi alimentari
o la casa. «Si tratta di una serie di
elementi che si sovrappongono a determinare
il blocco dei consumi, come
l`esposizione delle famiglie che non
arrivando a fine mese ricorrono al
prestito, e la chiusura di accesso al
credito per le imprese, vieppiù se piccole
».
Così il presidente provinciale di
Confcommercio Sandro Romano analizza
non solo il crollo delle vendite,
ma il calo vertiginoso dell`occupazione.
«Al di là della forte contrazione dei
posti di lavoro, occorre considerare
quanto sia variato il mercato stesso
del lavoro, con contratti che da tempo
pieno sono passati a part-time, o a
tempo determinato. E questo incide in
maniera significativa sull`economia
delle famiglie e quindi sulla loro capacità
di spesa».
All`esercito dei disoccupati (quest`anno
ci sono 14.500 «nuove leve»),
si affianca dunque quello dei precari.
E non solo. «Anche chi è riuscito a
mantenere intatta la porpria
posizione lavorative
spesso deve fare i conti
con i sempre più diffusi ritardi
nei pagamenti - prosegue
Romano -. Anche chi lavora
per conto delle pubbliche
amministrazioni non è esente da
simili rischi: per via del patto di
stabilità gli Enti locali hanno difficoltà
persino a corrispondere gli stipendi ai
dipendenti diretti, figuriamoci a chi
presta servizi».
Una crisi che si risente anche nel
settore edile. «Non parlo della nuova
edilizia la cui drammatica situazione
è ben nota, ma anche dell`usato. Le famiglie
non possono acquistare perchè
non riescono a ottenere mutui dalle
banche. E così il mercato di ingessa
più di quanto
non lo
sia».
Così
stante la
situazione,
pare
che gli
istituti di
credito
non intendano
adottare
la linea sposata
in altri Paesi, dove,
male che vada, i non
paganti perdono l`immobile
che viene requisito dalla stesse
banche.
«Siamo seduto su una polveriera. La
speranza è che non esploda. Si deve
riuscire a scalzare questo sistema di diseconomia,
figlio anche di una politica
quantomeno distratta che non ha saputo
porre rimedio a tempo debito».