Crisi, Confcommercio «La colpa alla politica» | Confcommercio - Imprese per l'Italia - Siracusa
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Giovedì 17 Luglio 2025
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Crisi, Confcommercio «La colpa alla politica»

Il blocco dei consumi determinato da vari fattori che oggi più che mai interessano anche i settori dei beni di prima necessità

Siracusa, 04/11/2012

Sono numerosi i fattori che concorrono a determinare l`attuale momento di grave crisi economica che ha portato al blocco dei consumi. Un fenomeno già ampiamente denunciato e che se prima aveva interessato prevalentemente beni non di prima necessità, ora si è esteso stravolgendo gli equilibri anche di quei comparti che in qualche modo avevano retto proprio in virtù della loro indispensabilità, come i generi alimentari o la casa. «Si tratta di una serie di elementi che si sovrappongono a determinare il blocco dei consumi, come l`esposizione delle famiglie che non arrivando a fine mese ricorrono al prestito, e la chiusura di accesso al credito per le imprese, vieppiù se piccole ».

Così il presidente provinciale di Confcommercio Sandro Romano analizza non solo il crollo delle vendite, ma il calo vertiginoso dell`occupazione. «Al di là della forte contrazione dei posti di lavoro, occorre considerare quanto sia variato il mercato stesso del lavoro, con contratti che da tempo pieno sono passati a part-time, o a tempo determinato. E questo incide in maniera significativa sull`economia delle famiglie e quindi sulla loro capacità di spesa». All`esercito dei disoccupati (quest`anno ci sono 14.500 «nuove leve»), si affianca dunque quello dei precari. E non solo. «Anche chi è riuscito a mantenere intatta la porpria posizione lavorative spesso deve fare i conti con i sempre più diffusi ritardi nei pagamenti - prosegue Romano -. Anche chi lavora per conto delle pubbliche amministrazioni non è esente da simili rischi: per via del patto di stabilità gli Enti locali hanno difficoltà persino a corrispondere gli stipendi ai dipendenti diretti, figuriamoci a chi presta servizi».

Una crisi che si risente anche nel settore edile. «Non parlo della nuova edilizia la cui drammatica situazione è ben nota, ma anche dell`usato. Le famiglie non possono acquistare perchè non riescono a ottenere mutui dalle banche. E così il mercato di ingessa più di quanto non lo sia». Così stante la situazione, pare che gli istituti di credito non intendano adottare la linea sposata in altri Paesi, dove, male che vada, i non paganti perdono l`immobile che viene requisito dalla stesse banche. «Siamo seduto su una polveriera. La speranza è che non esploda. Si deve riuscire a scalzare questo sistema di diseconomia, figlio anche di una politica quantomeno distratta che non ha saputo porre rimedio a tempo debito».

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