L'obiettivo è quello di far tornare i residenti nei quartieri storici, come la Borgata e Ortigia, e di rivitalizzare le periferie. Il modo in cui si vuole farlo è piuttosto variegato e vede uno scontro tra commercianti e politici, che però giungono a una soluzione condivisa: sono necessari i servizi pubblici.
Il consigliere Corrado Grasso aveva proposto di istituire le Zone franche urbane, di modo che le piccole e micro imprese avrebbero avuto l'esenzione dalle imposte sui redditi per i primi cinque anni, ed estendere la detassazione dei tributi locali anche a chi decida di andare a vivere nel centro storico.
«Non ritengo sia possibile eliminare le tasse locali a residenti e commercianti perché sarebbe una discriminazione e, credo, a norma di legge non si possa fare - interviene il consigliere comunale Marco Mastriani - è necessario rilanciare l'insediamento delle piccole e medie imprese e attività commerciali in aree con basso tasso di vivibilità, come Borgata o Mazzarona, dove sarebbe opportuno rilanciare l'immagine di questi quartieri rivolgendosi ai giovani, applicando una detrazione tariffaria sulle nuove aziende: per i prossimi 2 anni l'apertura di nuove piccole e medie imprese varate da giovani potrebbero beneficiare di esenzioni fiscali per vivacizzare il territorio».
Il presidente della commissione Bilancio sta preparando un provvedimento in tal senso da portare in aula che così non intaccherebbe il bilancio comunale consolidato e si pone ancora un mese e mezzo come scadenza per l'approvazione in assise.
Discorso diverso per quanto riguarda l'isola di Ortigia.
«Per ripopolare l'isolotto bisognerebbe offrire una serie di condizioni che migliorino la viabilità, mantenendo contemporaneamente i posteggi per i residenti e l'isola pedonale - aggiunge Mastriani - ma bisogna anche rilanciare l'università con l'istituzione della cittadella, considerato che una grossa fetta di studenti era in affitto e in questo modo consentiva un maggiore fermento commerciale e culturale».
Per aiutare il commercio, il Governo Monti ha ideato le cosiddette «Imprese a un euro», un modo per ridurre i costi di avviamento di un'azienda, a cominciare da quelli legati al capitale sociale versato.
Ma Sandro Romano, presidente provinciale di Confcommercio, contesta tanto le decisioni assunte a Roma quanto le idee provenienti dalla politica siracusana.
«Con quella legge le imprese pagherebbero il 5% di imposta complessiva per un volume d'affari massimo di 30 mila euro l'anno, ma in questo caso l'impresa sarebbe destinata a morire - precisa Romano - la detassazione inoltre è una strada impercorribile e qualora lo fosse in qualsiasi caso le tasse comunali, rispetto a tutte le imposte dirette e indirette, incidono di circa il 5 per cento complessivo. Piuttosto su Borgata e Ortigia bisogna pensare che al momento il Comune, per un semplice cambio di destinazione d'uso, ci metta un anno. Le priorità dunque sono il Piano urbanistico commerciale da rivedere al più presto e i servizi: Ortigia non si può ripopolare senza di essi e sono inutile altri approcci, o sarebbe il cane che si morde la coda».