Radiografia di un dramma è l'analisi tracciata dal presidente provinciale di Confcommercio, Sandro Romano, sul collasso della economia di questa provincia. Che poi significa il collasso della categoria non solo del terziario, ma di tutti gli operatori autonomi: commercianti, artigiani, operatori del turismo, e così via.
Di fronte a questo dramma il presidente di Confcommercio sciorina i dati Istat. I quali sono proprio la radiografia del dramma. E rivolge alla politica, accusandola di indifferenza, ai candidati premier in particolare, un appello-proposta che ha del singolare: «il primo atto di Governo e Parlamento sia una legge specifica sui reati contro la pubblica amministrazione: peculato, concussione, corruzione, turbativa d'asta e così via; tutti quei reati cioè che pesano come macigni non soltanto sull'etica e la socialità, ma anche sulla nostra economia».
Per questi casi il presidente Romano invoca un processo immediato, senza rito abbreviato né patteggiamento. E con il sequestro cautelativo dei beni degli accusati.
«Il commercio - aggiunge Romano - è soltanto la punta dell'iceberg. E' naturale infatti che, diminuendo la liquidità disponibile per la gente, diminuiscono i consumi. Qua il disastro è totale. E sottolineo: nella indifferenza della politica, assolutamente priva di contenuti».
Primo dato. La popolazione del capoluogo è diminuita del 6%. Siamo calati da 132mila a 125mila. E questo non dipende da un eventuale squilibrio fra nascite e morti. Il saldo nascite-morti è di -300 appena. Tenendo pure conto della integrazione di non pochi extracomunitari. «Il fatto è che la gente se ne va. Scappa in cerca di lavoro. Emigra. Dobbiamo di nuovo parlare di emigrazione».
Secondo dato. In tre anni e mezzo abbiamo perso 14mila e 500 posti lavoro. E a questa perdita netta vanno aggiunti i cassintegrati e i collocati in mobilità. I quali sono ormai nell'anticamera della disoccupazione.
Ancora. La pubblica amministrazione ha bloccato concorsi e pagamenti. E questo infligge un'altra batosta ai nostri giovani e alle nostre imprese. Queste ultime, in particolare, si trovano spesso nella condizione di aver eseguito dei lavori, anticipando spese di manodopera e materiali, e non sono pagate. E sono altri casi di sfacelo.
C'è poi il 40% circa di operatori autonomi che non paga i debiti con l'Inps. «Ma non per evasione contributiva - precisa Romano - bensì per il fatto di non aver soldi per pagare il dovuto».
Altro indicatore è il mercato dell'auto: crollato del 50%. «Chi può pensare di cambiare la macchina in queste condizioni? » E' la domanda retorica del presidente di Confcommercio.
Continuiamo a scorrere l'elenco dei nostri indicatori economici. Il carrello della spesa delle famiglie siracusane ha perso il 22%. «Il patrimonio delle famiglie è azzerato - incalza Romano - Siamo tornati nelle condizioni dell'immediato dopoguerra».
Se poi zoomiamo sul settore commerciale vediamo un calo di 300 aziende attive nel 2012. E' questo il saldo fra chiusure e aperture di attività. Ma anche questo è un dato da leggere in profondità. Il numero di nuove aperture non è un dato confortante. Ce ne sono tante che nascono dalla semplice apertura del classico negozietto da parte di lavoratori della zona industriale rimasti senza posto di lavoro. «Ma si tratta - osserva ancora il presidente Confesercenti - dell'ultimo scoglio al quale si aggrappa chi rimane senza lavoro e cerca disperatamente la sopravvivenza. Poi, in mancanza di un contesto economico favorevole e anche di una specifica preparazione del titolare, l'apertura è fatalmente, ma anche rapidamente, seguita dalla chiusura. Sono in molti a definire questo fenomeno di "vivacità". In realtà si tratta di "fragilità". E questa fragilità colpisce ormai tutti.